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martes, 21 de mayo de 2013

Minacciata di morte la blogger coraggio dell’Honduras


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Minacciata di morte la blogger coraggio dell’Honduras

Libertà di espressione | Itsmania Pineda Platero è la direttrice di Xibalda, un’associazione impegnata nel campo della pubblica sicurezza e della riabilitazione dei giovani in Honduras. Ha anche un blog, in cui quando trova un po’ di tempo pubblica post sulla libertà d’espressione, la criminalità organizzata, il futuro dei giovani del suo paese.
Il 6 gennaio, alle 6 di pomeriggio, Itsmania risponde a una chiamata sul suo cellulare; una voce maschile sconosciuta le dice :“Cagna, ti ammazziamo” e riattacca. Quattro ore dopo, altra telefonata: sente voci maschili parlare a una certa distanza e, nitido, come se qualcuno avesse avvicinato una pistola al microfono, il clic del grilletto.Passano poco più di 48 ore, mezzogiorno dell’8 gennaio era passato da 27 minuti e questa volta la minaccia arriva via sms: “Non giocare col fuoco, neanche i tuoi guardaspalle ti salveranno. Stai attenta”.
La mattina dopo, alle 8.26, ecco un altro sms: “Da un momento all’altro veniamo a prenderti e ti lasciamo al Crematorio, saremo il tuo incubo”.
Il Crematorio è la principale discarica della capitale Tegucicalpa, dove già in passato sono stati ritrovati i corpi di persone assassinate.
Gli autori di queste minacce sembrano conoscere molto bene Itsmania, salvo per un particolare: non ha alcuna scorta e Amnesty International ha lanciato un appello alle autorità dell’Honduras perché la pongano immediatamente sotto protezione e indaghino per risalire a colui, o coloro che hanno messo il terrore addosso alla giovane attivista.
Itsmania era stata protagonista, sfilando in testa al corteo dei “Giornalisti per la vita e la libertà di espressione”, durante una manifestazione duramente repressa davanti al palazzo del governo, lo scorso 13 dicembre.
Quello di Itsmania non è un caso isolato. Gli attivisti e i giornalisti, soprattutto quelli che si occupano di criminalità organizzata, che denunciano le violazioni dei diritti umani e che hanno criticato il colpo di stato del 2009, sono spesso oggetto di intimidazioni e aggressioni. Il 5 dicembre, due attivisti dello storico Comitato per la difesa dei diritti umani in Honduras erano stati minacciati in una piazza del centro di Tegucicalpa. Sempre nel 2011, ad Alex David Sanchez Alvarez  hanno mostrato per due volte la pistola: un avvertimento chiaro.
Le indagini, quando vengono aperte, sono approssimative. Chi denuncia, non riceve protezione.
L’Honduras continua a essere un paese pericoloso per chi esprime le sue idee o difende i diritti umani.

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